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L’informazione come gossip

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Anno XX – n. 426 – 6 luglio 2020

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L’INFORMAZIONE COME GOSSIP

di Marco Marchese

Dall’informazione del servizio radiotelevisivo pubblico pretendiamo un alto livello di professionalità; lo paghiamo, senza poter fare altrimenti, tutti i bimestri in bolletta Enel, lo pretendiamo come cittadini e lo esigiamo in base alle leggi che regolano il settore.

In una retata viene arrestata una persona accusata di reati legati alla ‘ndrangheta: siamo garantisti fino all’ultimo grado di giudizio e non abbiamo alcuna simpatia per i mafiosi, nei cui confronti vale lo stesso enunciato garantista. Parte il circo mediatico e accadono due fatti secondari che vogliamo analizzare: il primo è che il fermato ha una relazione con una ragazza nota in Tv per la sua partecipazione ad una trasmissione. Grandi foto e insistenti sottolineature su questa relazione, salvo affermare in tutti i servizi che la ragazza è completamente estranea ai fatti contestati al fidanzato. Bene, se la ragazza è completamente estranea ai fatti dove nasce l’esigenza di esporla mediaticamente? Solo per sottolineare che è completamente estranea? In cosa consiste la notizia?
Secondo fatto: il fermato è il figlio di un boss, nato da una relazione fuori dal matrimonio e che ha ottenuto il cognome del padre, ma al TGR Calabria pongono l’accento che trattasi del figlio illegittimo del boss. Figlio illegittimo? La Legge 219/2012 già da otto anni ha eliminato dal Codice civile la definizione antipatica e discriminatoria dei figli illegittimi, cioè quelli nati al di fuori del matrimonio, definendoli figli naturali ed eliminando ogni forma di discriminazione con quelli nati nel perimetro del matrimonio.

Al di là della specifica vicenda ci interessa rilevare la professionalità della nostra informazione. L’esposizione mediatica della fidanzata “completamente estranea”e i grossolani errori racchiudono anche malizia e cattiveria che condiscono la notizia trasformandola in una pessima e cattiva informazione.