Scurdammuce ‘o passato
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Anno XXI – n. 438 – 14 febbraio 2021
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SCURDAMMUCE ‘O PASSATO
di Marco Patriarca
“Nel mio incontro con Draghi” -ha detto il nostro vate nazionale Beppe Grillo- “credevo di trovarmi davanti al banchiere di Dio, invece ho trovato un grillino.”
D’altronde anche Di Maio, dopo un incontro con Draghi aveva confessato “mi ha fatto una buona impressione” anche se, lui che se ne intende, fino a poco fa lo accusava di essere il deus ex machina della trimurti BCE FMI ed EU e di voler fare dell’Italia il bancomat della Germania. Quanto all’incontro del neo presidente con Matteo Salvini i suoi devono avergli detto ”Matteo ora Basta!” e ora Matteo ha adottato la cravatta e ama tanto gli italiani da aver cambiato idea a 360 gradi sul suo concetto di sovranità; in quanto all’euro, pare che alla fine non sia troppo male dati i miliardi a disposizione dell’Italia; “all’idea di quel metallo” come canta Figaro, meglio tenersi pronti.
Zingaretti, “mai e poi mai con i grillini!” è ormai con loro in una consociatio simbiotica, che promette un comune futuro radioso; anche per non “disperdere i successi fin qui ottenuti.” Anche l’onesto Conte, che ha già consolato l’ineffabile Rocco Casalino, è contento, libero dagli intrighi di palazzo e senza rimpianti. Draghi si muove con cautela mentre davanti agli italiani sfilano i membri dei due governi più fallimentari della storia della Repubblica, di cui l’ultimo, se non fosse stato per la spregiudicatezza dell’infame Matteo Renzi, rischiava non solo di farci perdere gran parte dei benefici del New Generation EU ma di tenere i rosso verdi al governo ancora per una ventina d’anni.
Dopo due anni di malattia sembrerebbe l’inizio di un momento felice: tutti contenti, i protagonisti di due anni di politica italiana sembrano tutti ringiovaniti “scurdammuce ‘o passato“; disposti a tutti i compromessi, dichiarandosi pronti a combattere a fianco di un nuovo prestigioso presidente temendo di essere mandati tutti a casa come meriterebbero.
Draghi, naturalmente, non potrà riuscirci. Ma sappiamo che da ragazzino era un lettore assiduo di Topolino e quindi ricorderà ancora che in tutte le vicende che riguardavano Paperon dei Paperoni si profilava l’ombra sotterranea e onnipresente della Banda Bassotti, sempre pronta a tutti i trucchi.
Con l’occasione mi permetto di ricordare al presidente nominato, a cui auguro ogni successo, il celebre motto del presidente Theodore Roosevelt alle prese con i politici del suo tempo “Speaksoftly and carry a big stick, parla dolcemente ma porta con te un grosso bastone.
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