L’ETERNO MEMORIALE
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Anno XXIV- n. 524 – 26 gennaio 2024
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L’ETERNO MEMORIALE
di Società Libera
Dopo la brutale e tragica invasione di Hamas del 7 ottobre scorso e la conseguente guerra dichiarata dallo Stato di Israele nella striscia di Gaza, si torna di nuovo a discutere nel mondo di “ebraismo” e “antisionismo”. Nient’altro che due categorie o idee che non devono cancellare né ignorare la storia di una più che millenaria e comune realtà vissuta dai rispettivi popoli nel corso di un’unica tradizione – quale è la storica tradizione abramitica – e una prospettiva nell’attualità comune a tutte e tre le religioni monoteiste: ebraica, cristiana e islamica.
Storicamente, occorrerebbe innanzitutto distinguere tra israelitismo, giudaismo ed ebraismo; inoltre distinguere i fatti dalle credenze o superstizioni significa innanzitutto riconoscere che la storia del popolo ebreo dura da quattro millenni ed è l’unica rappresentativa del passaggio dall’antichità alla modernità.
Il primo documento storico che accenna a forme di antisemitismo è rappresentato dalla stele del faraone Merenptah (1209 e.a.), in cui è riportata una prima testimonianza di odio nei confronti del popolo ebreo, e tuttavia si tratta di circa otto secoli dopo l’inizio della storia degli ebrei. Passeranno quindi altri otto secoli circa, allorquando nel corso del V secolo e.a., e sempre in Egitto, sotto la dominazione persiana, la storia registra episodi di xenofobia nei confronti degli ebrei assimilati agli invasori asiatici. Sentimento antiebraico che si diffonderà anche a causa dell’ellenismo prima e del cristianesimo-giudaizzante poi.
E tuttavia occorre annotare anche che nella letteratura greca gli ebrei sono menzionati per la prima volta solo alla fine del IV secolo e.a. Gli abitanti della Giudea vengono dai greci chiamati “giudei” e “considerati come un popolo di filosofi apparentato ai filosofi dell’India”. Nell’arco degli ultimi due millenni, le vicende – favorevoli e avverse al popolo ebreo – si alterneranno, ma ciò che più peserà sarà l’accusa di “deicidio” focalizzata in determinati ambiti cristiani.
“Ma – come scrive Jules Isaac nello splendido saggio Genesi dell’antisemitismo, pubblicato nel 1956 e in Italia soltanto nel 2022 – nessuna autorità, nessuna molteplicità di autorità, riesce a spuntarla contro i fatti”. E dunque occorrerebbe mettere definitivamente da parte una falsa storia degli ebrei costruita per mezzo di due opposte immagini, quella del popolo eletto da Dio e quella del popolo uccisore dello stesso Dio. La storia falsa, che viene continuamente ripetuta, concerne tuttavia un’eterna contraddizione, che nella sua essenza rappresenta una sorta di eterno memoriale legato alla nostra “condizione”, e cioè alla condizione dell’intero genere umano.
Ma, per quanto riguarda il solo popolo ebreo, si tratta di una storia falsa – che necessita abbandonare se si vuole davvero affrontare con serietà e realismo la questione moderna dell’’’ebraismo” e dell’“antisemitismo”.
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