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Un inutile stanco esibizionismo


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Anno XXIII – n. 506 – 25 settembre 2023

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UN INUTILE STANCO ESIBIZIONISMO

di Marco Marchese

I voli acrobatici delle Frecce tricolori non ci hanno mai appassionato, spettacolo costoso ma soprattutto intrinsecamente inutile, superfluo, di nessuna utilità sociale, civile, culturale, militare. Pericoloso per gli addetti e ancor più per gli spettatori come storia e cronaca dimostrano.

L’ultima inconcludente esibizione ha stroncato la vita di una bambina di cinque anni inferendo gravi danni fisici e morali alla sua famiglia.

Certo, sono migliaia gli incidenti, di tutti i tipi, cause e dimensioni che annualmente interessano il Paese ma non sono né accettabili né perdonabili quelli frutto di nessuna ragione e di un non perché. E senza una ragione, senza un perché sono le vittime, a causa di questi sfuggenti spettacoli.      Per tutti vogliamo, ricordare Ramstein (Germania) dove il 28 agosto del 1988, nel corso di una manifestazione, vi furono 67 vittime civili, 450 feriti e tre piloti delle Frecce deceduti.

Dal 1961, anno dinascita della Pattugliaacrobatica, l’Aeronautica Militare ha perso 16 piloti a fronte di circa 40 uomini della stessa Forza, deceduti in missioni di guerra, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

Una sproporzione enorme pagata alla retorica e all’ampollosità di un Paese che vive, in molti campi, di un teatrale vuoto che, nel fumo tricolore delle Frecce, trova il momento più riuscito di un nazionalismo cromatico.

Una costosissma inutilità, considerando che il ministro della Difesa, nelle scorse ore alla Camera, ha precisato che il costo per un’ora di volo è di circa 6.800 € per vettore che, moltiplicato per 9 equivale a 61.000 € da moltiplicarsi ancora per le ore di andata e ritorno per ogni missione dalla loro base di Rivolto (Udine). Milioni di euro che evaporano in fumo tricolore, appunto, tra gioia ed entusiasmo di bambini vocianti e vecchi pensionati in attesa della rivalutazione dei loro assegni, ma questo è un altro mondo.

Identico al mondo di sempre, invece, quello partitico in cui leader, portaborse, porta idee e sottopancia si affannano ad illustrare le loro posizioni muovendo dalla morte della bambina torinese. Per quella che ci si affanna a chiamare Destra, le Frecce sono simbolo ed esempio dell’eccellenza e dell’efficienza italiana, per quella che si ostina a farsi chiamare Sinistra, le Frecce andrebbero soppresse, come rimarcato nell’intervento alla Camera di una deputata dei Verdi, in quanto rappresentano al Paese scenari di guerra inaccettabili per un pacifismo antimilitarista.

Pensieri speculativi? Certamente, si parte da una tragedia per arrivare alla propaganda di convincimenti ed interessi di parte. Il problema? In questo caso le Frecce, resta sullo sfondo, pronto a sfumare tra la ridicolaggine di chi paventa scenari di guerra avvicinandoli ad una finzione pericolosa, inutile, retorica ma che resta sempre uno stupido gioco e chi utilizza il gioco per l’esaltazione di un sistema politico economico pronta ad essere smentita al prossimo cambio di maggioranza.

In tutti i casi, il Ministro della Difesa chiarendo che gli enormi costi delle Frecce non impattano totalmente sul bilancio della Difesa ma sono ripartiti tra Enti Locali e Istituzioni varie nel momento in cui invitano la formazione acrobatica sui loro territori.

Un esemplare insegnamento di una lungimirante visione di contrasto al debito pubblico.

Da parte nostra continueremo a considerare lo scioglimento delle Frecce un’intelligente e accorta scelta politica che darebbe lustro e dignità al Paese allontanandolo da inutili esibizioni del nulla che tanto ricordano la Romania di   Nicolae Ceaușescu.      

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